{“main-title”:{“component”:”hc_title”,”id”:”main-title”,”subtitle”:”il writer di fama internazionale realizza un murale per il Centro Internazionale delle Culture Ubuntu”,”title_content”:{“component”:”hc_title_image”,”id”:”title-image”,”image”:””,”full_screen”:false,”full_screen_height”:””,”parallax”:false,”bleed”:””,”ken_burn”:””,”overlay”:””,”breadcrumbs”:false,”white”:true},”title”:”A PALERMO GOJO LASCIA IL SEGNO”},”section_5ZtkF”:{“component”:”hc_section”,”id”:”section_5ZtkF”,”section_width”:””,”animation”:””,”animation_time”:””,”timeline_animation”:””,”timeline_delay”:””,”timeline_order”:””,”vertical_row”:””,”box_middle”:””,”css_classes”:””,”custom_css_classes”:””,”custom_css_styles”:””,”section_content”:[{“component”:”hc_column”,”id”:”column_vtfQF”,”column_width”:”col-md-12″,”animation”:””,”animation_time”:””,”timeline_animation”:””,”timeline_delay”:””,”timeline_order”:””,”css_classes”:””,”custom_css_classes”:””,”custom_css_styles”:””,”main_content”:[{“component”:”hc_wp_editor”,”id”:”Xhugf”,”css_classes”:””,”custom_css_classes”:””,”custom_css_styles”:””,”editor_content”:”Palermo | 25 luglio 2018\n\n![\"\"](\"https://www.inscena.org/wp-content/uploads/2018/07/INSCENA_GOJO_FB.jpg\")
Paolo Colasanti (in arte Gojo) a Palermo realizza un’intensa opera al Centro Internazionale delle Culture Ubuntu in collaborazione con InScena Associazione Culturale per il progetto “Tutti dallo stesso mare – la diversità è ricchezza” promosso dal MiBAC in #MigrArti2018 Terza edizione, incluso nel programma di Palermo Capitale della Cultura2018 e nell’Anno europeo del Patrimonio culturale 2018.\n\nÈ Patrizia Salvatori, direttore artistico di InScena e autrice del Progetto MigrArti2018, a coinvolgerlo nella realizzazione di questo omaggio “per i bambini del Centro Ubuntu, piccoli Cittadini del mondo”.\n\nPer loro Gojo ha scelto una bellissima Santuzza Rosalia – la giovane Rosalia Sinibaldi, la Santa dei Palermitani, la donna che la sua gente ha posto a protezione di Palermo, raffigurandola in opera intensa, gioiosa, immersa nel blu del Mediterraneo come è la solare città di Palermo\n\nVele e delfini stanno ad evocare il respiro del Viaggio, affannoso e terribile per molti di quei bimbi, ed al contempo denso di aspettative e speranze.\n\nLo sguardo di questa giovane donna è struggente e protettivo: ci piace pensare ai bambini che ogni giorno giocheranno e vivranno momenti sereni della loro infanzia sotto la Sua protezione.\n\nC’è dolcezza e carezza nel tratto di Gojo, che raffigura la giovane Rosalia – il cui nome deriva dalla contrazione latina di “rosa” e “lilium” ovvero rosa e giglio, che simboleggiano rispettivamente la regalità e la purezza – con i simboli che dal 1600 in innumerevoli opere d’arte la caratterizzano: l’angelo che l’accompagna, fedele custode della sua devozione, il teschio simbolo della fragilità umana, la corona di rose.\n\nMentre si dedica alla sua personale Santuzza – su un muro che in un attimo diventa sogno ed emozione – Gojo interagisce con i piccoli affascinati dal suo processo creativo: racconta, disegna, muove magicamente gli spray.\n\nI bambini, che assorbono la Bellezza molto di più di un adulto, aprono il contatto con il Maestro e toccano il muro e ci si immergono come pesciolini.\n\nLa scelta della Santa Rosalia è coerente con il suo credo artistico: Gojo concepisce l’opera murale come un dialogo con i luoghi e con la storia degli stessi.\n\nIn una recente intervista, infatti, ha affermato che “[…] In linea di massima studio le storie del territorio e quella che è la struttura su cui sto intervenendo. Cerco di individuare il genius loci che abita un luogo e miro a riproporlo in veste grafica in modo che vada a fondersi con quello che è il muro. Il muro non deve diventare una tela totalmente distaccata da quello che è intorno, perché ha un intorno, ha un contesto, è in un punto e non potrà mai distaccarsi da quel punto.”\n\nTalentuoso ed eclettico, Gojo trova ancora una volta il modo di esprimere i contenuti sociali del suo lavoro, e restituisce al quartiere di Ballarò ed alle tante famiglie di immigrati che in questo quartiere vivono e lavorano, una Santa Rosalia accogliente in un unico abbraccio le loro bambine ed i loro bambini, che nel Centro sono cullati, protetti, cresciuti ed educati con rispetto: il nome di UBUNTU, infatti, si ispira alla filosofia africana dalla quale prende il nome, basata sulla lealtà, la benevolenza verso il prossimo e il rispetto degli altri.\n\n
